Il nuovo decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini introduce rigide regolamentazioni sugli autovelox in Italia, riducendo drasticamente l'uso indiscriminato di questi dispositivi. L'obiettivo è contrastare l'uso degli autovelox come strumenti per generare entrate per i Comuni, piuttosto che per migliorare la sicurezza stradale.
Principali Novità:
1. Segnalazione e Distanze Minime:
- Gli autovelox devono essere segnalati con anticipo.
- Distanze minime di installazione: 1 km su strade extraurbane, 200 metri su strade a scorrimento veloce, 75 metri in città.
- Distanze minime tra dispositivi: 3 km su strade extraurbane, 1 km su strade secondarie.
2. Autorizzazione e Necessità:
- Ogni impianto deve essere richiesto al Prefetto, con la necessità di dimostrare l'alto tasso di incidenti dovuti all'eccesso di velocità nel tratto interessato.
- Anche per gli autovelox mobili, l'uso è permesso solo se tecnicamente impossibile installare un impianto fisso, con immediata riconoscibilità e contestazione.
3. Limitazioni su Limiti di Velocità:
- Divieto di installare autovelox in aree con limiti di velocità inferiori a 50 km/h.
- Fuori dai centri abitati, gli autovelox sono permessi solo dove il limite è inferiore di 20 km/h rispetto a quello previsto dal Codice della Strada.
Implicazioni:
Adeguamento dei Comuni:
- I Comuni hanno 12 mesi per adeguarsi, altrimenti gli impianti non conformi verranno disinstallati. Le multe emesse fino a quel momento rimarranno valide.
Omologazione degli Autovelox:
- La questione dell'omologazione degli autovelox, ignorata dal decreto, è ancora da risolvere. Il ministro ha promesso di affrontarla entro l'estate.
Dati Economici:
- Nel 2023, le multe per infrazioni al Codice della Strada hanno generato 1,5 miliardi di euro, con un aumento del 6,4% rispetto al 2022 e del 23,7% rispetto al 2019.
- I comuni più piccoli, con meno di 10.000 abitanti, hanno raccolto 238,6 milioni di euro.
Reazioni:
- Enzina Fasano, presidente della Consulta cittadina per la Sicurezza stradale di Roma, critica il decreto, suggerendo che l'introduzione di limiti a 30 km/h in città potrebbe essere più efficace per la sicurezza stradale.
- Preoccupazioni sulla limitazione dell'autonomia dei sindaci, che conoscono meglio le aree pericolose nei loro territori.
Il decreto rappresenta un tentativo significativo di regolamentare l'uso degli autovelox in Italia, cercando un equilibrio tra la sicurezza stradale e la prevenzione dell'abuso di tali dispositivi a fini di profitto comunale.